Neurobiologia dell’erotismo

Autori: Dr. Jeffrey Pedrazzoli e Dr. Serge Wunsch

Erotismo: origine neurobiologica e culturale

La sessualità dei mammiferi è organizzata fondamentalmente sulla riproduzione della specie. Quindi quale potrebbe essere il tipo di motivazione neurobiologica, che induce l’essere umano a cercare delle forme sofisticate, sia concrete che simboliche o artistiche, di eccitazione, di piacere e di attaccamento sessuale?

Il tema di quest’articolo non riguarda la neurobiologia del comportamento sessuale, dell’orgasmo o del piacere sessuale. L’obiettivo è invece quello di capire, attraverso l’analisi dei cambiamenti nei circuiti sessuali dei mammiferi specificatamente organizzati per la riproduzione, la comparsa e l’importanza dell’erotismo.

1 – Comportamento riproduttivo e proto-erotismo nei mammiferi
Nei mammiferi non-primati (roditori, canidi, ovini …), il comportamento sessuale è un vero e proprio comportamento riproduttivo. È specificatamente organizzato per realizzare la copulazione eterosessuale, che consente il deposito dello sperma nella vagina, ottenendo così la fecondazione. Esistono diversi circuiti innati specializzati (figura 1 – circuiti olfattivi e dei feromoni sessuali, circuiti dei riflessi copulatori (lordosi, immobilizzazione; erezione, eiaculazione), circuiti del sistema di ricompensa, ormoni e secondariamente, la cognizione). Questi circuiti precablati permettono innanzitutto di riconoscere il partner del sesso opposto e di scatenare l’eccitazione sessuale, per poi mettere in pratica le attività motorie di copulazione, per arrivare infine ad elaborare gli appren-dimenti sessuali che ottimizzano questa copulazione. L’attività dei vari circuiti è controllata dagli ormoni (1).

schema semplificato

Figura 1: Schema semplificato, nella femmina, dei principali circuiti neu-robiologici del comportamento riproduttivo
(circuiti olfattivi, motori e del sistema di ricompensa – riferimento 1).

Tuttavia, si possono osservare alcune attività non copulatorie, che potreb-bero corrispondere ad un proto-erotismo. Per esempio, le femmine in calore strofinano talvolta la loro vulva su degli oggetti. I maschi stimolano a volte il loro pene con la loro bocca o con le loro zampe anteriori. Gli elefanti maschi stimolano occasionalmente i loro genitali con la loro proboscide. Prima e dopo la copulazione, i cani e i gatti maschi leccano abitualmente i propri genitali, e questo causa spesso dei movimenti convulsivi della pelvi. Questo indica che la stimolazione dei genitali innesca dei riflessi sessuali (3). Ma è difficile capire se gli animali provano del piacere, e se le attività osservate rientrano nell’ambito di una dinamica erotica, e cioè se denotano come negli esseri umani un com-portamento deliberatamente ricercato per provare delle sensazioni erotiche.

2 – La comparsa dell’erotismo
Abbiamo potuto osservare il fatto che a partire dagli ominidi (grandi scimmie: oranghi, gorilla, scimpanzé, bonobo, esseri umani), i principali fattori biologici che controllano la copulazione eterosessuale (riflessi sessuali, fero-moni, ormoni, sistema di ricompensa e cognizione) sono modificati (vedere figura 2).

schema di sintesi

Figura 2: Schema di sintesi: Evoluzione dei principali fattori che control-lano il comportamento sessuale dei mammiferi (riferimento 2).
(1) Fattore primordiale dell’erotismo; (2) Fattore modulatore dell’erotismo.

La lordosi è il riflesso sessuale cruciale della femmina dei mammiferi. Ma a partire dagli ominidi, e per ragioni attualmente sconosciute, la lordosi diventa accessoria. L'importanza dell’olfatto e dei feromoni sessuali diminuisce gra-dualmente, e l’organo vomeronasale che è specializzato nel rilevamento dei feromoni, non è più funzionale a partire dalle scimmie del Vecchio Mondo (le catarrine, i babbuini, i gibboni e gli ominidi). L'importanza degli ormoni dimi-nuisce inoltre in particolare a partire dagli scimpanzé bonobo: le attività ses-suali diventano dissociate dai cicli fisiologici degli ormoni. L’essere umano può quindi avere, a differenza dei roditori, delle attività sessuali in tutti i periodi dei cicli ormonali e in tutte le stagioni.

Questi fattori biologici non orientano più il comportamento sessuale verso la copulazione “riflesso” ed eterosessuale, ma piuttosto verso la ricerca delle ricompense cerebrali (i piaceri erotici), che arrivano tramite la stimolazione « appresa » delle zone erogene (1). Questi cambiamenti sono all’origine dell’erotismo.

3 – Piacere ed erotismo negli ominidi
A causa del deterioramento e/o modifiche dei fattori di cui sopra (riflessi, olfatto ed ormoni), il sistema di ricompensa diventa il fattore principale della sessualità degli ominidi. Questo sistema cerebrale è all’origine di molti appren-dimenti che facilitano lo sviluppo dei comportamenti. La stimolazione delle zone erogene attiva in particolare il sistema di ricompensa, che genera poi dei sentimenti di piacere erotico, e induce soprattutto all'apprendimento di una motivazione per ripetere queste stimolazioni sessuali.

Inoltre, per ragioni ancora poco conosciute, diverse zone del corpo posso-no diventare erogene, e addirittura molto erogene (zona orale, zona anale, i seni… 4). Possiamo quindi osservare l’emergere di nuove attività sessuali (masturbazione reciproca, bacio, sfregamento genito-genitale..), non innate, non riflessi e non copulatorie, ma apprese, e il cui scopo sembra essere quello della stimolazione di diverse zone erogene per procurare delle ricompense erotiche cerebrali (5).

Ma se la natura erotica delle attività sessuali degli ominidi non umani è al-tamente probabile, in particolare nel bonobo (masturbazione, sfregamento genito-genitale ...), possiamo già parlare di erotismo? Dato che la maggior parte delle attività erotiche osservate è o molto breve (una decina di secondi), o legata al contesto: la gerarchia, la dominanza, l’alimentazione, la riconciliazione… (6). In effetti sembrerebbe che non esistano nelle grandi scimmie delle attività realizzate unicamente per cercare e magnificare le varie sensazioni erotiche, ma anche alimentari, olfattive o auditive. Apparentemente, è solamente grazie allo sviluppo significativo delle facoltà cognitive, che permettono in particolare l’emergere della cultura, che comparirà l’erotismo nella specie umana.

4 – Sessualità erotica e culturale degli umani
È il notevole sviluppo della neocorteccia, che permette la comparsa di sofi-sticate rappresentazioni cognitive, e anche quella della cultura, che modificano a loro volta profondamente i comportamenti umani. A causa della sofisticazione di questi processi cognitivi, le attività erotiche non sono più delle semplici risposte alle caratteristiche di un ambiente o di un partner. L'attività erotica può essere realizzata in modo ritualizzato o raffinato, e avere solo uno scopo puramente edonistico o essere strumentalizzata (7). Il piacere, così come il significato individuale e sociale del piacere, possono essere integrati in com-portamenti o situazioni simboliche complesse.

Ma possiamo osservare che lo sviluppo degli aspetti cognitivi e culturali dei piaceri del corpo non è automatico. Lo sviluppo dell'erotismo è potenziale. Dipende sia dall'ambiente ecologico che da quello culturale.

Per ciò che riguarda l’influenza ecologica, se le risorse disponibili nell'am-biente sono molto limitate, come nel caso dei Siriono in Bolivia, la ricerca del cibo diventa quasi l’unica preoccupazione del gruppo sociale (8). In un conte-sto del genere, anche se esistono i fattori biologici dell’erotismo, i vincoli am-bientali estremi esistenti inducono uno stato psichico in cui la fame e la ricerca del cibo sono una preoccupazione costante. Di conseguenza, lo sviluppo culturale è minimo e l’erotismo è inesistente.

Per quanto riguarda invece l'influenza culturale, sembrerebbe che, nelle società tradizionali le più sessualmente "liberali", il piacere sessuale - e soprat-tutto genitale - diventi spontaneamente un fattore strutturante della psiche. La sessualità diventa apparentemente onnipresente, a partire dall'infanzia (9), e successivamente nella vita quotidiana degli adulti (10). L'erotismo sembra onnipresente in questi contesti, ma sembra essere elementare e senza elabo-razione culturale sofisticata. Mentre in alcune civiltà (India, Cina, Giappone, Occidente), l'erotismo può essere molto elaborato, in particolare nelle produ-zioni letterarie e artistiche (il Kamasutra, il Giardino Profumato, il Cantico dei Cantici ...). Esistono al contrario delle società in cui il piacere sessuale e l’erotismo sono assenti. Nell’etnia So in Uganda, in cui le ragazze sono isolate dalla sessualità, le donne riferiscono di sentire dolore durante le attività ses-suali. Le donne So hanno quindi dei rapporti sessuali solo per avere figli, i quali sono molto valorizzati nella loro cultura (11). Nell’Occidente cristiano, nel X secolo esisteva solo un ideale di castità, dato che il piacere carnale era visto come un ostacolo alla salvezza eterna e che sviava l'amore umano dall’amore di Dio (12). In tali contesti, l'attività sessuale era minima, e limitata alla pro-creazione, e l'erotismo era inesistente.

Se il piacere sessuale è culturalmente valorizzato, si può osservare uno sviluppo di tutti gli aspetti dell'erotismo: la sofisticazione del desiderio (atteg-giamenti, vestiti, fantasie, simboli suggestivi ...), della sensazione erotica (massaggi sensuali, tecniche di stimolazione erotica, orgasmi prolungati e multipli ...), la raffinatezza delle posizioni e delle attività (vedi il Kamasutra di Vatsyayana), della combinazione dei diversi piaceri (vedi i banchetti dell'Anti-chità), fino agli aspetti più astratti e simbolici, artistici e culturali.

Di conseguenza è il sistema di ricompensa associato con le zone erogene (primarie e secondarie), che appare come il fattore primario - vale a dire, sia il primo che il principale – all’origine dell’erotismo. Mentre la cognizione è il fattore che influenza e modula in modo determinante lo sviluppo dell’erotismo: dal mancato sviluppo all’estrema sofisticazione culturale.

Conclusione
Diversi fattori sembrano essenziali e fondamentali per fare emergere l'ero-tismo nell'uomo: il passaggio dai riflessi copulatori “riflesso” verso delle attività erotiche “apprese”, la comparsa di un fenomeno di erotizzazione del corpo, la preponderanza del sistema di ricompensa (che genera le sensazioni di piacere) e il notevole sviluppo della neocorteccia (che permette la ricerca delle forme sofisticate di eccitazione, di piacere sessuale e di attaccamento sessuale).

A causa dell’evoluzione del comportamento sessuale, sembrerebbe che il sistema di ricompensa (e quindi le sensazioni di piacere che genera) non sia un fattore secondario della sessualità umana. È questo sistema di ricompensa associato alle zone erogene, che pare sia diventato negli esseri umani il fattore principale all’origine della sessualità e dell'erotismo. E sono poi la cognizione e la cultura che sembrano essere invece all’origine del divieto o dello sviluppo delle forme sofisticate - sia concrete che simboliche o artistiche - di eccitazione, di piacere e di attaccamento sessuale.

Bibliografia:
1. Wunsch S. Comprendre les origines de la sexualité humaine. Neuros-ciences, éthologie, anthropologie. L'Esprit du Temps, 2014
2. Wunsch S. Phylogenesis of mammal sexuality. Analysis of the evolution of proximal factors. 26(1):e1-e10, 2017
3. Ford C.S., Beach F.A. Patterns of sexual behavior. Eyre & Spottiswoode, London, 1952
4. Turnbull O.H., Lovett V.E., Chaldecott J., Lucas M.D. Reports of intimate touch: Erogenous zones and somatosensory cortical organization. Cor-tex, 53:146-154, 2013
5. Georgiadis J.R., Kringelbach M.L., Pfaus J.G. Sex for fun: a synthesis of human and animal neurobiology. Nat. Rev. Urol., 9(9):486-498, 2012
6. Dixson A.F. Primate sexuality: Comparative studies of the Prosimians, Monkeys, Apes, and Human Beings. Oxford University Press, 2nd edi-tion, 2012
7. Meston C.M., Buss D.M. Why humans have sex. Archives of Sexual Be-havior, 36(4):477-507, 2007
8. Holmberg A.R. Nomads of the long bow. The Siriono of eastern Bolivia. American Museum Science Books, 1969
9. Henry J. The social function of child sexuality in Pilaga indian culture. in Hoch P.H., Zubin J. (Eds). Psychosexual development in health and dis-ease. Grune & Stratton, 91-101, 1949
10. Stephens W.N. A cross-cultural study of modesty. Cross-Cultural Re-search, 7(1):1-28, 1972
11. Allgeier A.R., Allgeier E.R. Sexual interactions. Heath and Company, 2nd edition, 1988
12. Brundage J.A. Law, Sex, and Christian Society in Medieval Europe. University of Chicago, 1987

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