Dalla fecondazione all’impianto

Una volta che il primo spermatozoo raggiunge l’ovocita e lo feconda, lo zigote viene riportato verso l’utero grazie alla peristalsi delle tube uterine, nelle quali rimane per 2-3 giorni. Esso si sposterà verso l’utero in stato di morula (composta da 12-16 cellule).

 

Tra i 4 e i 5 giorni (terza settimana di gestazione) avviene una divisione tra le cellule della morula in uno strato esterno chiamato trofoblasto e un accumulo di cellule chiamato blastocisti. Quest’ultima darà origine alla testa al corpo e alle altre strutture del corpo. Il trofoblasto invece andrà a formare la placenta e provvederà quindi al sostentamento dell’embrione. Queste sono tutte cellule staminali, quindi cellule in grado di differenziarsi fino a creare 200 tipi di tessuti che formeranno le diverse parti del corpo umano.

 

La positività del test di gravidanza su sangue o urine è data dalla presenza di βhCG (gonadotropine corioniche), ormoni prodotti da parte de trofoblasto che stimolano la produzione di progesterone, altro ormone fondamentale per il proseguimento della gravidanza.

 

Entro la prima settimana dal concepimento la blastocisti si divide ulteriormente in ipoblasto ed epiblasto: il primo da origine al sacco vitellino per il sostentamento iniziale, il secondo da origine al sacco amniotico. In questo momento l’embrione si presenta come una formazione discoidale.

 

L’embrione rimarrà libero in utero anche fino a sette giorni, poi si impianterà nell’endometrio. L’endometrio è la parte interna dell’utero che ciclicamente si sfalda con le mestruazioni. Quando inizia, la gravidanza produce ormoni per far sì che la mucosa uterina non si sfaldi e l’embrione possa trovare un ambiente favorevole in grado di nutrirlo durante tutto il resto della gravidanza.

Dopo l’annidamento le cellule periferiche della blastula danno origine alla placenta, che funge da filtro, e barriera quando serve, tra la circolazione materna e quella dell’embrione.

 

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