HIV: perchè la prevenzione è così difficile da applicare?

Le misure preventive hanno solo un successo parziale

L'arrivo dell'AIDS nel 1985 ha cambiato radicalmente il nostro modo di pensare sulla sessualità, ha portato a giudizi morali di condanna ed ha modificato il comportamento sessuale. Nonostante le conoscenze attuali sulla malattia e sul contagio ci rendiamo conto che non tutti riescono ad applicare misure preventive.

Abbiamo imparato a vivere con il rischio, perché? Anche con l’HIV?

L'essere umano vive nel rischio tutti i giorni per ogni gesto che fa: quando va in macchina, o peggio ancora quando va in moto (200x più di rischio che con la macchina) e quando va in bicicletta (100x più di rischio che con la macchina) eccetera. I rischi sono elevati, ma il nostro cervello impara a vivere e quindi si adatta. Eppure ogni volta che entriamo in macchina potrebbe essere per l'ultima volta. Se dovessimo vivere nel terrore per ogni gesto che eseguiamo nella giornata, allora la vita diventa impossibile e logorante. Come indurre un cambiamento di comportamento? Certo con l'introduzione di nuove regole punitive in termini di circolazione stradale nel 2013 si potrà indurre un cambiamento comportamentale. Ma a lungo termine quale sarà il prezzo da pagare quando delle persone comuni saranno trattate come criminali? Per l'HIV è la stessa cosa. Si sa che c'è un rischio, si sa che questo rischio può essere mortale (come per la macchina ad esempio) però impariamo a vivere, a non più preoccuparci, nella speranza che l'evento non succeda mai. Ma c'è anche un rischio con altre malattie a trasmissione sessuale come l'epatite C, l'epatite B, la sifilide, la Chlamydia eccetera, che possono avere un impatto maggiore sulla nostra vita. L'applicazione di misure profilattiche in termini di rapporti sessuali quali ripercussioni avranno sul nostro comportamento sessuale? Il rischio è l'unico determinante del nostro comportamento? Eccitazione sessuale e rischio di HIV: sono compatibili?

Il bisogno di protezione e sicurezza varia da individuo a individuo come pure la disponibilità al rischio in circostanze varie. Ciò è vero anche per quanto riguarda la salute. Ai fini della prevenzione contro la trasmissione dell’HIV è indispensabile che ognuno sia consapevole dei propri comportamenti e dei rischi ad essi connessi.
La fedeltà è un concetto determinato dal tipo di società nella quale viviamo. Per alcune società la fedeltà non esiste già solo come concetto. In occidente tanto sul piano politico che quello religioso si promuove la fedeltà. Tutto è costruito attorno alla coppia. Tuttavia nella realtà avere una relazione al di fuori della propria coppia è estremamente frequente. Non mi dilungo sul concetto sociale o politico, ma prendiamo ora in considerazione solo il concetto di trasmissione del l’HIV, quindi esclusivamente quello medico infettivologo. Visto sotto questo aspetto, il concetto di fedeltà dovrebbe essere osservato da tutti. Nonostante che ad ogni rapporto sessuale ci sia un rischio, le osservazioni sull'essere umano ci dicono che sovente la prevenzione non costituisce una priorità assoluta, non tiene conto dei rischi. Anzi, il comportamento sessuale prende il sopravvento sui rischi. Questo viene spiegato dal fatto che durante l'eccitazione sessuale il nostro cervello come il nostro modo di pensare, i nostri giudizi sono completamente modificati. L'eccitazione sessuale può quindi inibire (anche per un breve momento) il comportamento preventivo, perchè in questo contesto la priorità per il nostro cervello è un altra. Per alcuni è assodato, che ad un nuovo incontro l'aspetto preventivo viene in primo piano, ma per molti è poco realistico, anche se dal punto di vista razionale sono tutti d'accordo. Nella realtà anche il concetto del "io ho fiducia", nel/la mio/a partner" , "del/la mio/a compagno/a", "in mio marito o in mia moglie", resta un concetto che non corrisponde a quanto si osserva. La fiducia non è un deterrente sufficiente per impedire un rapporto al di fuori della coppia (che sia o non sia sposata, che la relazione sia etero o omosessuale). Non sempre una relazione sessuale riesce a mettere in primo piano l'intelligenza, la ragione, l'esperienza, le conoscenze scientifiche, poiché in queste occasioni si è sopraffatti da altre energie quali la passione, lo slancio amoroso verso qualcuno. Capita spesso che in queste occasioni, il cuore non sente ragioni. È solo dopo aver fatto l’amore che le persone si rendono conto di aver corso un rischio, ma solamente quando si è fuori dall'eccitazione sessuale. A quali domande dovrei aver già risposto prima di un incontro sessuale?

Quali rischi siamo disposti a correre? È davvero gratificante un "one night stand"? Quali progetti ho per la mia vita? Se contraessi l'infezione da HIV sarei costretto a rivedere i miei progetti, come per esempio avere una famiglia, sposarmi eccetera? Al giorno d'oggi una nuova relazione sentimentale corre il rischio di un'infezione da HIV, ma lo corre pure la coppia fissa con il proprio partner o la propria partner. In caso di nuova relazione è tuttavia utile scegliere un partner o una partner che fanno prova del loro stato immunologico di fronte all'HIV. In questo contesto è utile fare il test per entrambi al fine di sapere se si è stati contaminati precedentemente da altre relazioni. Questo permetterà di vivere la relazione sessuale coitale o orale con più serenità. HIV e salute come sigarette e salute, obesità e salute, tabacco e salute eccetera?

È evidente che meno partner ci sono e meno rischi si corrono. Se non ce ne sono stati di rischi non ve ne sono. L'arrivo dell'AIDS nel 1985 ha cambiato radicalmente il nostro modo di pensare sulla sessualità, ha portato a giudizi morali di condanna ed ha modificato il comportamento sessuale. Nonostante le conoscenze attuali sulla malattia e sul contagio ci rendiamo conto che non tutti riescono ad applicare misure preventive. L'essere umano vive, come abbiamo visto sopra, con il rischio tutti i giorni. Se dovessimo vivere nel terrore per ogni gesto allora la vita diventerebbe insopportabile, impossibile e logorante. Quindi il cervello si adatta, nel senso che leva le barriere e rende la guardia meno attenta. Pochi vanno in giro in macchina terrorizzati, non è vero? La realtà vorrebbe che più nessuno circoli con un mezzo motorizzato! Una tale proposta è realistica e realizzabile? Non basta la nozione di rischio per cambiare il nostro comportamento. Per l'HIV si sa che c'è un rischio, si sa che questo rischio potrebbe essere mortale (come per la macchina ad esempio) però impariamo a convivere e quindi a non più preoccuparci. Abbiamo la speranza che l'evento non accada a noi, ma sappiamo che può accadere agli altri. Lo stesso vale ad esempio per il fumatore, "tocca agli altri, ma non toccherà a me". Ci si protegge dicendo , si è vero è pericoloso, si è vero che si creano delle lesioni alle arterie, si è vero che provoca il cancro …, ma questo non succederà a me, solo agli altri. Quante volte l’avete sentito? Tutti i sacrosanti giorni. L’apprendimento sessuale tiene conto del rischio HIV?

È una delle tante domande alle quali non siamo in grado di dare una risposta precisa. La realtà di tutti i giorni ci insegna che non vi è paura per l’HIV e che l’apprendimento prende il sopravvento sul rischio. In sessualità più si è giovani e più ci sono partner. Per poter arrivare a poter praticare un arte corporea come la sessualità, si deve passare attraverso degli apprendimenti. Allo stesso modo non basta strimpellare la chitarra per suonare una sinfonia. Bisogna esercitarsi ore e ore, anni e anni per arrivare a godersi la sinfonia. Si sa, l'ideale dal profilo puramente medico e preventivo sarebbe quello di avere un solo partner per tutta la vita. In questo contesto la medicina non tiene conto della realtà. La realtà ci dice però che un unico partner è poco frequente e che la maggior parte degli adolescenti ha avuto più partner. È normale ed è giusto che sia così. Quali sono i determinanti del nostro comportamento sessuale? Esiste una sola sessualità?

Ebbene sono molteplici e ricevono influenze dall’evoluzione della nostra società. Diciamo che il nostro comportamento (in occidente) è determinato da pressioni sociali, politiche, economiche, sanitarie e, ma sempre meno, religiose. Non esiste quindi un solo comportamento sessuale e quello che facciamo in occidente non è quello che si fa in Africa o in America latina. Non esiste una sola sessualità, ma ce ne sono tante quante sono le società. Ad esempio un errore che continuiamo a propagare è quello di pensare è che esiste un unico ed esclusivo comportamento sessuale. La psicologia biologica che tiene conto di tutte le specialità ci dice tutt’altro. In altri termini esistono tanti tipi diversi di comportamenti sessuali. Molto di quello che viene pubblicato in sessuologia proviene dagli Stati Uniti, ma gli USA non sono il mondo, bensì il 5% della popolazione mondiale. Il comportamento sessuale non è determinato quindi dal solo aspetto sanitario, perchè se così fosse l'HIV, l'epatite C, l'epatite B, la sifilide, la gonorrea eccetera sarebbero già state debellate.

Condividi