La diagnosi è il primo passo verso il trattamento

Il colloquio approfondito con il medico, la cosiddetta anamnesi, è il primo passo per la diagnosi. Mentre la paziente descrive dettagliatamente i suoi sintomi e di suoi disturbi, è già possibile sospettare un endometriosi. Di fatto però ogni donna potrebbe essere portatrice di endometriosi, perchè ogni sintomo che avverte nel piccolo bacino può corrispondere a dell'endometriosi. Molte altre patologie benigne della cavità addominale imitano esattamente la stessa sintomatologia.

Da qui la difficoltà ad arrivare ad una diagnosi precisa. Quando è evidente clinicamente è facile, mentre la difficoltà maggiore sta nel proporre a tutte le donne un esplorazione chirurgica. La selezione è ardua ed insidiosa. E qui risiede tutta la difficoltà e l'incomprensione tra medico e paziente. Glielo avevo segnalato, ma il medico non se ne è accorto. Non è vero nella maggior parte dei casi: un buon ginecologo sa che l'endometriosi è possibile, ma la difficoltà ripeto sta nel proporre un esame invasivo per accertarsene. E come sempre in medicina, troppi esami invasivi rischiano di diventare controproducenti. In effetti se proponiamo a tutte le donne di subire una laparoscopia diagnostica avremo più complicazioni legate alla chirurgia di quante ne troveremo con l'endometriosi. Quindi ogni caso deve essere ponderato e quando ogni caso è ponderato è ben possibile che dei casi vengono diagnosticati tardivamente. Non si tratta quindi per nulla, non se n'è accorto!

Alla visita ginecologica si possono vedere e palpare i focolai endometriosi più grossi (ad esempio nel fornice vaginale, nel retto, e nei legamenti dell'utero).
Durante l'ecografia vaginale è possibile riconoscere delle cisti d'endometriosiche nelle ovaie. Queste cisti, denominati anche endometriomi, contengono sangue vecchio e appaiono all'ecografia con una struttura caratteristiche regolare (cisti in vetro smerigliato).

Tuttavia, un esame ecografico negativo non esclude la presenza di un endometriosi. Altri esami come ad esempio la risonanza magnetica (MRI) possono aiutare in determinati casi ad evidenziare focolai endometriosici, soprattutto se crescono nei legamenti o nella mucosa dell'utero (adenomiosi).

La diagnosi precisa dell'endometriosi viene fatta con l'osservazione diretta del basso ventre (laparoscopia) con prelievo di tessuto per l'esame istopatologico.

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