Terapie in caso di ipermenorrea

Introduzione alla terapia In molte donne che soffrono di mestruazioni abbondanti non è riconoscibile una vera e propria causa. Il fatto che non sia riconoscibile non significhi che non ci sia una causa, ma significa che allo stato attuale delle conoscenze non siamo in grado di dare una spiegazione.

Tuttavia è importante comunicare al proprio medico il disagio arrecato dall'ipermenorrea. Se si soffre di mestruazioni abbondanti e persistenti, allora saprà quanto queste possano essere spiacevoli e compromettere la qualità della vita. Sentirsi perennemente stanchi non è quindi un fenomeno da sottovalutare.

Purtroppo molte donne si preoccupano più degli effetti collaterali delle terapie proposte piuttosto che di inquietarsi di quello che significa far lavorare il proprio corpo a pieno regime allora che il trasporto di ossigeno si vede compromesso.

Purtroppo è ancora l'ignoranza a farla da padrona e le credenze prendono il sopravvento su tutto. Tuttavia organizzare attivamente la scuola, il lavoro, la famiglia , la relazione amorosa e sessuale, il tempo libero, in presenza di mestruazioni abbondanti diventa spesso impossibile.

Il disagio creato dalla stanchezza (che la donna spesso attribuisce ad altri motivi e più si è intelligenti e più ce ne sono), i dolori mestruali o semplicemente la frequente sostituzione dei tamponi/degli assorbenti si ripercuotono sulla vita quotidiana. Esistono vari metodi farmacologici e chirurgici per trattare le mestruazioni abbondanti.

Terapie farmacologiche

Antireumatici non steroidei (FANS)

I FANS vengono impiegati spesso in caso di disturbi mestruali e mestruazioni abbondanti. Si tratta di un gruppo di farmaci che inibiscono le infiammazioni riducendo i dolori. Da una parte questi farmaci possono aumentare paradossalmente l'intensità della mestruazione come ad esempio con l'utilizzo dell'aspirina. Di fatto l'aspirina ha un effetto sulle piastrine, diminuendo così l'efficacia del processo di coagulazione. Altri medicamenti della stessa categoria hanno un effetto inibitorio sul infiammazione e sono quindi in grado di ridurre le perdite ematiche durante un flusso mestruale. Non sono certamente paragonabili al trattamento ormonale che risulta chiaramente più efficace.

Antifibrinolitici

Anche loro sono chiaramente meno efficaci ai preparati ormonali tuttavia esistono delle persone a rischio tromboembolico per le quali il trattamento ormonale non è la prima scelta. Fra questi farmaci possiamo annoverare l'acido tranexamico che interviene sul processo della coagulazione, diminuendo la predisposizione emorragica.

Le terapie ormonali

La pillola anticoncezionale (combinata o esclusivamente progestinica). Si è potuto appurare tramite vari studi ben condotti, che le pillole combinate diminuiscono le perdite ematiche di circa il 40%. Ulteriori ricerche, in questi ultimi anni hanno dimostrato che la riduzione del flusso mestruale può essere addirittura raddoppiata.

In funzione dell'età biologica nella quale ci troviamo, la pillola anticoncezionale è un preparato ormonale che oltre che a prevenire la gravidanza e quindi a migliorare la qualità della vita delle donne sotto tutti i suoi aspetti, si rivela essere una terapia efficace. Normalmente una compressa di una pillola classica contiene un estrogeno e uno progestinico (chiamata pillola combinata). Esistono però anche compresse a contenuto esclusivamente progestinico.

L'effetto principale di queste compresse è quello di impedire il rilascio di un ovocita da parte del follicolo prodotto dalle ovaie. Un altro effetto sugli organi genitali femminili del progestinico è quello di ispessire il muco cervicale (diventa come una colla) per rendere l'accesso alla cavità uterina estremamente laborioso da parte degli spermatozoi. In questo modo l'incontro con le ovocita diventa più difficile. Il progestinico contenuto nelle pillole combinate oppure nella pillola progestinica inibisce la crescita della mucosa uterina e questo processo può rendere le mestruazioni meno intense, che corte, più leggere e meno dolorose. Fra la pillola combinata e quella progestinica è quella combinata ad essere più efficace nella riduzione del flusso mestruale.

Un altro approccio terapeutico è quello dell'utilizzo della contraccezione ormonale continua ossia senza pausa, seguita di tanto in tanto da un intervallo senso ormoni. Ricordiamo che le mestruazioni non sono necessarie per la vita di tutti i giorni e che l'unico scopo della mestruazione è quello di preparare l'endometrio per una gravidanza. In alcuni casi la contraccezione ormonale combinata può essere presa ininterrottamente senza pausa ossia senza flusso mestruale. L'assunzione continua della pillola combinata non aumenta i rischi per rapporto al ciclo classico di 21 giorni con pillola e sette giorni senza pillola. Tale ciclo è totalmente artificiale e inventato.

Neanche rischio tromboembolico è aumentato perché l'effetto pro trombotico della contraccezione ormonale persiste anche dopo i sette giorni di pausa. Quindi nella pausa dell'assunzione di una pillola contraccettiva ormonale il rischio tromboembolico rimane lo stesso.

Circola ancora nonostante la pillola sia stata introdotta nel 1960 la credenza popolare che bisogna fare una pausa quando si assume una pillola contraccettiva. Non è assolutamente vero anzi ha più effetti nefasti che effetti positivi. L'unica problematica che può apparire in questo tipo di terapia, che tra l'altro risulta molto efficace (naturalmente quando è ben sopportata, senza effetti collaterali spiacevoli), sono le perdite ematiche tra le mestruazioni (metrorragie).

 

La spirale ormonale (Mirena)


Si tratta di un dispositivo intrauterino a base progestinica (levonorgestrel) sprovvista di estrogeni. Viene inserita attraverso un catetere di plastica pieghevole nell'utero. Il supporto che contiene la progesterone rilascia quantità minime di detto ormone e da agisce direttamente in loco (vedi all'interno del sito stesso e ricerca Mirena in cerca info nel sito). Dal punto di vista contraccettivo, l'efficace è paragonabile a quello della pillola contraccettiva combinata, inoltre le mestruazioni sono meno intense, meno forti, di più breve durata e meno dolorose. La progesterone inibisce la crescita endometriale, e quindi impedisce alla mucosa uterina di proliferare. Meno prolifera e più il flusso mestruale diminuisce.

In un buon 30% delle portatrici di questo tipo di dispositivo intrauterino non ha più mestruazioni dopo alcuni mesi di utilizzo. Altre non avranno mestruazione abbondante ma saranno disturbate da una persistenza perdita ematica continua in piccola quantità. Come sempre nella vita ogni cosa che ffacciamo comporta degli effetti secondari. Tra questi possiamo annoverare mastodinie (attenzione al seno), acne, aumento di peso, mal di testa, emicrania, metrorragie e rari rischi tromboembolici (il fumo, la sedentarietà, l'obesità, la gravidanza sono fattori di rischio nettamente superiori).


La posa della spirale può avvenire in studio medico, previa assunzione d'un analgesico 1 ora prima della posa. Non conviene questo intervento a persone sensibili o che hanno paura del dolore. Non conviene neppure a quelle donne che si contraggono (tendono a chiudere le gambe) su sedia ginecologica. Nel caso in cui il canale cervicale attraverso il quale deve passare il catetere di plastica fosse stretto o la procedura dolorosa, si rinuncia alla posa in studio medico. Si proporrà in quest'occcasione la posa in anestesia generale.

Terapie chirurgiche

Possono andare dal

- semplice raschiamento
- all'isteroscopia diagnostica seguita da raschiamento
- all'isteroscopia diagnostica seguita da raschiamento e posa spirale ormonale
- all'isteroscopia operativa seguita da raschiamento
- all'isteroscopia seguita da raschiamento e termocoagulazione della mucosa uterina
- all'isteroscopia operativa con endometrectomia
- fino all'isterectomia laparoscopica o addominale

Non esiste una unica terapia e non esiste un solo modo di procedere come crede la maggiorparte delle pazienti. La terapia proposta dipende da moltepli variabili come dall'esperienza personale del medico, dalla scuola universitaria a cui fa affidamento, dalla volontà e dal desiderio della paziente e dalle abilità del medico/chirurgo stesso.

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