La fertilità nella donna è dipendente dall'età biologica dell'ovaio?

L'infertilità è definita come l’incapacità di una coppia sana in età riproduttiva di non avere figli, dopo aver trascorso un anno avendo 3 rapporti sessuali alla settimana e senza usare alcun tipo di contraccezione. La massima fertilità, le donne, la possiedono tra i 20 e i 24 anni d’età, con un primo brusco declino dopo i 30 e un calo veramente importante a partire dai 35 anni, ad ogni anno che passa la fertilità diminuisce spettacolarmente e dai 40 anni in su divente sempre più problematico. La percentuale di gravidanze per ciclo mestruale delle ragazze che hanno rapporti sessuali mirati è:

- a 20 anni al 30%
- a 30 anni al 25%
- a 35 anni al 20%
- a 40 anni al 10%
- a 43 anni al 2-3%!

Per gli uomini l’età migliore è intorno ai 25 anni, con una prima significativa riduzione della fertilità (dovuta ad una minore mobilità degli spermatozoi), intorno ai 40 anni. Il concetto di infertilità non è un concetto assoluto, ma solo relativo. Infatti si può suggerire di considerare infertili quelle coppie che hanno cercato infruttuosamente un figlio per un anno, se non hanno più di 30 anni e di considerare come limite di 18 mesi se l’età è più elevata. Queste definizioni servono per vedere quando intreprendere le prime investigazioni. A partire da queste osservazioni e partendo dal principio che è molto meglio concepire nel proprio letto che nell’ambulatorio del medico, dovrei consigliare alle donne di attendere un po’ per vedere se l'evento desiderato accade. Tuttavia l'attesa non ha le stesse ripercussioni in funzione dell'età biologica. L'attesa è giustificata (poichè la natura è così) per una donna giovane (ci vogliono 12 mesi per arrivare ad una gravidanza), mentre per una donna più matura (ci vogliono 18 mesi per arrivare ad una gravidanza), l'attesa è totalmente ingiustificata, a meno che non sia un suo vero e proprio desiderio. Ad una giovane di 20 anni, che rientra nella definizione d'infertilità, le si può chiedere di aspettare altri 6 mesi (o più), prima di sottoporsi ad altri esami; l'attesa (ammesso che sia disposta a farlo) le dà certamente qualche chance in più e la probabilità che la medicina l’aiuti sono le stesse a 20 che a 25 anni. Quindi si può aspettare. A 35 anni, in caso di difficoltà di concepimento dopo 18 mesi di rapporti non protetti è il tempo fisiologico e statistico che si deve aspettare per iniziare le investigazioni. Tuttavia sarebbe più saggio incominciare le investigazioni dopo 12 mesi in quanto ogni mese che passa porta via fertilità alla donna. Le chance di avere un bambino con l’aiuto della medicina incominciano a diminuire progressivamente ogni mese che passa. Se poi le prime investigazioni non portano alla luce elementi rilevanti allora anche dai 35 anni in poi, la probabilità di arrivare ad una gravidanza sono buone. Se le analisi mostrassero delle anomalie allora bisognerà correggerle, ma ci vorrà del tempo. Per questo motivo è meglio iniziare a 35 anni piuttosto che a 40 anni. Si ha a disposizione più tempo per correggerle e per seguire un programma appropriato. I dati della letteratura stabiliscono a 3 rapporti alla settimana la frequenza dei rapporti sessuali. Infatti un solo rapporto settimanale riduce del 50% le probabilità di gravidanza per ciclo mestruale. Per una donna, a partire dai suoi 30 anni, l'età del suo partner conta. Se quest'ultimo è di 5 anni più vecchio le chances di gravidanza diminuiscono in modo notevole. Di fatto la frazione di spermatozoi poco mobili aumenta considerevolmente.

Non ci sono invece apparenti vantaggi con una maggior frequenza dei rapporti, cosicché il miglior consiglio che vi posso dare è di avere rapporti a giorni alterni nel periodo della presunta ovulazione: tra le altre cose questa proposta è accettabile ed evita di trasformare il desiderio di gravidanza in un lavoro vero e proprio. Ma attenzione non confondiamo erotismo con desiderio di gravidanza. Quando l'età biologica non permette la gravidanza si potrà ricorrere all'ovodonazione.

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